lunedì 2 novembre 2020

LETTERA DA INVIARE ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA

Alla Presidente della Regione Umbria

Dott.ssa Donatella Tesei

Egregia Presidente,

le scrivo a nome di un gruppo di cittadini, che ha composto un comitato “Cittadini Dimenticati”,che da aprile si batte per dar voce a bambini, bambine, ragazzi e ragazze.
Il nostro comitato in data 1 Maggio 2020 ha intrapreso un percorso di comunicazione con Il Ministero dell'Istruzione al fine di poter assicurare la ripresa dell'attività scolastica in tutto il paese.


Le nostre proposte sono anche state presentate, a suo tempo, a Lei, attraverso un intervento di Vincenzo Bianconi.

Abbiamo appreso con enorme rammarico la decisione di codesta giunta di chiudere le scuole medie inferiori e superiori e di far tornare gli studenti alla Dad.
Siamo consapevoli, che la curva pandemica in Umbria rappresenti molte criticità e che sia opportuno attivare tutti i mezzi necessari atti al rallentamento della diffusione del virus Covid-Sars 19.

Come lei ci ha informato però la scuola, non rappresenta un luogo di propagazione del virus, anzi è ad oggi per i nostri ragazzi un luogo dove vengono divulgate e rispettate le norme.
Le evidenze sul territorio dimostrano nella stragrande maggioranza che a fronte di un positivo in ambito scolastico, a fine della quarantena preventiva, gli altri contatti scolastici risultano negativi.

Nell'informativa della delibera del 30 ottobre, Lei ci informa che la chiusura delle scuole secondarie è dovuta ad un aumento dei casi nella popolazione dai 10 anni in su; questo dato però non è confermato dal dashboard regionale in cui viene riportato che la fascia di popolazione più colpita è quella che va dai 40 ai 64 anni, la fascia quindi dei lavoratori.

A fronte di queste evidenze ci pare chiaro che il problema sia fuori la scuola, e non nella scuola stessa.
Ci è sembrato quindi inopportuno chiudere le scuole, e non prendere altre misure preventive che tutelino appunto il diritto all'istruzione.

E' evidente poi che la chiusura delle Scuole medie inferiori e superiori non nega la possibilità ai ragazzi di incontrarsi, anzi gli incontri al di fuori dell'ambito scolastico saranno maggiori e incontrollati.

Se il problema sono i mezzi di trasporto che codesta giunta aveva il dovere di implementare, si pensino a soluzioni alternative, non alla chiusura tout-court.

Le soluzioni che pensiamo sono:

• Rimodulazione dell'orario scolastico con corse autobus ad hoc, divisione delle classi in turni.
• Obbligo di smartworking per tutte le aziende del territorio umbro. (Invece di ridurre gli studenti, riduciamo sui trasporti pubblici i lavoratori).
• Misurazione della Temperatura corporea in tutti gli esercizi pubblici, non solo i centri commerciali.
• Controllo del rispetto di regole di distanziamento e utilizzo della mascherina nei centri urbani.

In chiusura le vorrei ricordare che i tutori dei ragazzi under 14 hanno la responsabilità civile e penale degli stessi, e che possono essere accusati di abbandono di minore, pertanto se la sua idea non sarà rivista è necessario che la Regione fornisca aiuti ai tutori, con leggi ad hoc che gli permettano di non dover lasciare l'attività lavorativa.
E' importante anche riflettere sui dati di dispersione scolastica che la Dad potrebbe causare.

In Fede

Per cittadini dimenticati

Martina Leonardi

lunedì 6 luglio 2020

"SIRE IL POPOLO HA FAME! " DIAMOGLI LE LINEE GUIDA

Ho pensato che le linee guida sulla scuola, con tanto di conferenza stampa, fossero uno dei regali più belli che potessi ricevere per il mio compleanno. Ma, da quel 26 giugno, nulla è cambiato.
Le linee guida, confuse e caotiche, non hanno risposto ai mille quesiti che arrivavano dai comuni, dai dirigenti e dagli insegnanti. Ancora oggi, dopo quasi due settimane, siamo a discutere se il metro di distanza è statico o dinamico. Traducendo: se possiamo considerare il metro tra i bambini seduti oppure se dobbiamo considerarlo nello spazio di movimento. Non cosa di poco conto; infatti la scelta cambia notevolmente le composizioni delle classi. Mentre nel primo caso si tornerebbe a una situazione simile alla precedente, nel secondo ci troveremmo a dover ripensare totalmente gli spazi.
A domanda specifica, il cts ha risposto vi faremo sapere nei prossimi giorni.
E intanto siamo al 07 luglio, senza risposte e senza possibilità di una progettazione sensata. Ma le scuole riapriranno....
A questo aggiungiamo il silenzio assordante sulle materne e sui nidi. Ancora oggi non abbiamo capito come e se riapriranno. Nel frattempo le famiglie vivono nel dubbio e nell’incertezza: i loro figli da settembre avranno un posto dove andare?
Infine i comuni, dimenticati totalmente nei vari documenti, devono rispondere a tutte le sollecitazioni che arrivano. Riunioni per la riapertura, incontri per i servizi... anche perché, ad oggi, dobbiamo capire come sarà il trasporto scolastico. Applicando le linee guida, ancora in bozza, i costi aumenterebbero in maniera esponenziale, chi coprirà queste spese? Sicuramente non saranno le famiglie; ma anche gli enti locali sono effettivamente in difficoltà. Quindi, dove troveremo le risorse necessarie ?
Insomma mille domande, mille interrogativi e neanche due mesi davanti.
Ora, una provocazione, ma i soldi che arrivano dall’Unione Europea, visto quanto elencato sopra, devono essere per forza spesi nell’informatizzazione degli istituti scolastici? Sicuramente, è un passaggio necessario e indispensabile, e questo lockdown lo ha sottolineato; ma, in questa fase, non sarebbe meglio investire per un bel piano assunzioni e per garantire delle risorse ai comuni e agli istituti?
Una cosa però l’abbiamo imparata. Abbiamo riaperto tutto: circhi, luna park, ristoranti e bar. Vediamo bambini nei parchi, nelle spiagge e nelle piazze, molto spesso, affollate. Ma le scuole sono un problema.
Il covid-19 si annida solo nelle scuole.

Erica Rampini



giovedì 25 giugno 2020

#CITTADINIDIMENTICATI in piazza a Perugia a sostenere Priorità alla Scuola.

Tante persone, insegnanti, genitori, educatori uniti per richiedere linee guida che non smembrino la scuola, perché la crisi economica non può ricadere sui pilastri della società scuola e sanità.

Perché si dica con forza che la DAD è un fallimento che ha solo ampliato le differenze sociali, economiche, fisiche e culturali tra gli studenti.
Perché si dica con forza che la DAD è un fallimento che ha solo ampliato le differenze sociali, economiche, fisiche e culturali tra gli studenti.
Perché lo 0-6 anni sia considerato un servizio educativo e non parcheggio.
Perché lo 0-6 anni sia considerato un servizio educativo e non parcheggio.
Perché la scuola torni ad essere il fulcro di questa democrazia, e non un lusso per pochi.
Perché la scuola torni ad essere il fulcro di questa democrazia, e non un lusso per pochi.


Di seguito l'intervento di Martina Leonardi :
Di seguito l'intervento di Martina Leonardi :


"#cittadinidimenticati ha iniziato una corrispondenza con il ministero il 30 Aprile. 
Veniva qui manifestata la perplessità circa la totale assenza di progettualità sul tema scuola e circa l’assenza di prospettive per la ripresa della socialità di bambini e ragazzi. E la continua mancanza di welfare in questo paese, che sostenga l’individuo nella sua piena realizzazione. 
La lettera inviata ai ministeri dell’istruzione, delle pari opportunità e al presidente del consiglio ha ricevuto una timida risposta dal sottosegretario De Cristofaro che ne condivideva intenti e progettualità.
In Umbria siamo state ascoltati da Vincenzo Bianconi che ha tratto dal nostro lavoro una relazione presentata in regione.
Ci siamo comunque ritrovate a non avere certezze su quale sarà il futuro della scuola, dei nostri figli ma sopratutto dell’asse portante di una democrazia come la nostra: l’istruzione. 
Abbiamo nuovamente scritto chiedendo a gran voce che lo stato si facesse carico di interventi sostanziali e che aiutasse comuni, enti territoriali e dirigenti scolastici a garantire in apertura completa a settembre. 
Non abbiamo ricevuto risposta, e le uniche notizie sono delle linee guida che scaricano la responsabilità su comuni e dirigenti scolastici. 
Si prospetta ancora una volta incertezza e ancora una volta la non volontà di spendere sulla scuola, di fare investimenti concreti che rilancino l’istruzione in modo serio. 
Non serve tanto, servono strutture, docenti e personale.
Serve che la scuola stia al centro e non sia il fanalino di coda della nazione."

Martina Leonardi





venerdì 19 giugno 2020

Mamma Giorgia, Lavinia 4 anni e Camilla 1 anno e mezzo.

Ciao a tutt*,
sono Giorgia, mamma di Lavinia, 4 anni e Camilla, 1 anno e mezzo.
Ricordo ancora con emozione la foto di Lavinia in attesa di entrare per la prima volta nella sua nuova scuola, la scuola d’infanzia.
Erano i primi di ottobre. Iniziava l’ambientamento ed io sentivo la sua emozioni dentro.
Se riguardo quella foto oggi, piango.
Piango perché ho vissuto tutto il suo percorso. Perché conosco la sua sensibilità e la profondità di questa piccolissima donna che ha avuto alti e bassi, ha faticato, ha scelto amicizie, le ha coltivate con tutte le difficoltà e ha allacciato rapporti intensi anche con le sue nuove insegnati.
La più piccolina invece, è più piccolina.
Il nido l’ha solo sfiorata… pochi mesi, forse ci ha capito poco.
E’ entrata sulle braccia del padre e è stata fatta uscire forzatamente sulle sue piccole gambine.
Mi chiede dei “bimbi”, ma la sua è una richiesta generica... come a dire: “mamma, ci sono ancora al mondo bimbi come me?” Si tesoro, ci sono. E ti cercano.
Io e il mio compagno all’inizio siamo stati sopraffatti, come tutti, anche dalla paura. Paura per i nostri cuccioli.
Leggevo con angoscia storie di mamme sole che si ritrovavano malate di Covid-19, magari ricoverate e pensavo: “ … e a chi le lascio se mi succede?”
Ci hanno detto che i nostri bimbi erano “proiettili”, che il loro respiro avrebbe potuto contagiare i nonni... sia mai, tutti lontani. E sinceramente, non essendo un medico, ho rispettato pedissequamente le regole.
In due ci siamo ritrovati a turnare di settimana in settimana... casa, lavoro, casa, lavoro.
E’ stato difficilissimo, faticoso, piangevo spesso.
Abitavamo in un appartamento al 3° piano, due piccoli balconi erano l’unico spazio esterno a nostra disposizione. Ci mettevamo lì a fare i pic nic, a disegnare en plein air, a saltare nelle pozzanghere che ci auto producevamo e tanto altro.
La didattica a distanza per la fascia 0-6 non si può sentire, ma abbiamo sempre partecipato attivamente alla programmazione, alle idee e agli stimoli che ci venivano offerti dalle educatrici.
A Lavinia inizialmente piaceva ascoltare la voce delle maestre, guardare i video che condividevano loro e gli altri bambini.
A volte la osservavo e vedevo che tirava bacini a tutti... salutava attraverso lo smartphone.
Un giorno, dopo aver parlato con la sua maestra, abbiamo pianificato una video chiamata. Con piacere reciproco sono state al telefono una mezz’oretta, Lavinia le ha aperto il suo mondo, è stato dolcissimo.
Sembrava andare tutto bene.
La piccola si aggiustava, era contenuta dalle coccole, dalle attenzioni, dai giochi con la sorella.
La grande partecipava alle attività, proponeva cose, stava con piacere in casa con mamma e papà.
Dopo il 4 maggio, finalmente, ci è stato possibile proseguire quel trasloco che avevamo sospeso a causa della pandemia. E si apre un mondo… il cambiamento dopo una situazione di clausura ha risollevato gli animi. La natura che ci ha accolto nella nuova casa, le aspettative, l’attesa svelata, la novità, tutte emozioni positive.
Io temevo che potessero sorgere ulteriori difficoltà, invece il contrario.
Sono stata un mese intero a casa con loro, assentandomi dal lavoro.
Finché una sera, Lavinia “la grande” scoppia a piangere.
Stavamo disegnando come spesso facciamo la sera prima di andare a letto… “mamma sono triste, sto dimenticando le facce buffe di bimbi”.
Io non ho retto. Non ne sono stata capace e ho pianto con lei. Ci siamo strette forte forte… ho cercato di darle quella forza che a volte sento mancare anche a me: “Amore, ti aiuto io a non dimenticarli. Lo facciamo insieme. Disegniamo tutti i bimbi su questo foglio, guardiamo insieme i loro video e le loro foto, ascoltiamo le loro voci”.
Tornerà tutto come prima vero? Me lo chiedo sempre quando la guardo negli occhi… gli occhi grandi che ogni tanto si fissano a guardare oltre il finestrino della macchina mentre siamo in cammino per chissà dove... chissà cosa pensano e cosa immaginano quegli occhietti?
Da quel giorno mamma Giorgia ha reagito.
Ok, c’è un limite a tutto, anche alla tutela della salute… da domani si contattano gli amichetti, dal 25 si riprende danza, ci si apre alla vita con le precauzione che, non essendo medico, non mi sento di condannare o demonizzare.
Abbiamo ripreso i contatti con i bimbi che aveva più vicino alla scuola d’infanzia, ci siamo rivisti… ho notato che a differenza di molti bambini lei era contenta di ributtarsi in società, qualcuno invece mostrava difficoltà nelle relazioni.
Piano piano hanno ripreso il via... tutti.
La piccolina a volte si avvicina alla porta ed indica le scarpine, mi dice: “bimbi” per farmi capire che vuole scendere a giocare.
La grande ha un mondo enorme dentro e a volte si isola in casa. Gioca da sola. Parla. Fa finta di scrivere…
“ottobre 2020: ancora non abbiamo messo in gabbia il virus….” Diceva così e scriveva su un taccuino.
Speriamo di no. Speriamo di metterlo in gabbia ‘sto virus e di buttare via la chiave, lontano lontano.
Ma speriamo anche di non dimenticare le cose belle che questa esperienza ci ha permesso di vivere: il tempo, la lentezza, la profondità, l’attenzione verso il prossimo a noi caro.
Chissà se veramente, come ci dicono, le crisi sono delle opportunità… forse in un mondo migliore si.

Giorgia




"Lavinia, addormentata mentre le leggevo le poesie di Neruda.
La pagina è aperta su questa poesia... Mi sembrava tanto in quel momento"


Ode al giorno felice (Pablo Neruda)

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo
che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.


I Bambini si abituano...

I Bambini si abituano...
Me lo sono sentita ripetere spesso in questi 3 mesi, riferito al lockdown e alla chiusura delle scuole.
I bambini si abituano. 
Per la mia esperienza non è così, semmai ad un certo punto si rassegnano. 

Ho 4 figli con età diverse.

Un figlio in prima media che ha quindi vissuto in pieno la DAD.
Daniel ha inizialmente vissuto la chiusura della scuola con l'entusiasmo di un ragazzino di 11 anni che si ritrova improvvisamente in ferie.
Ha vissuto l'inizio della DAD con emozione, un computer in camera, un sacco di novità...
Poi però è arrivata la frustrazione.
Non si sente, a volte si scollega, ci dividono in gruppi.
Le lezioni durano 20 minuti...
Arrivato a fine maggio era sfinito, siamo andati a recuperare il materiale rimasto a scuola e non ci hanno fatto entrare... libri, quaderni e fogli buttati letteralmente su dei tavoli fuori
"Mamma speravo almeno di rivedere la mia classe, mi manca tutto, anche il banco!"

Alessandro ed Emanuele hanno 2 anni e frequentavano il nido da Dicembre. 
Loro sono stati quelli meno colpiti dal cambiamento. 
Vuoi per l'età, vuoi perché hanno sempre un loro coetaneo con cui confrontarsi... eppure quando siamo potuti uscire di nuovo, passando davanti al cancello del loro asilo, erano entusiasti e volevano entrare.

Eleonora, che lascio volutamente per ultima, ha 4 anni ed è quella che ne ha risentito di più. 
Frequentava il primo anno di materna.
Amava andare a scuola "la scuola è il suo posto" mi ha detto la sua maestra al colloquio a Dicembre. 
Ad Eleonora è stato tolto questo, il SUO posto.
Non si è abituata... ha chiesto ogni mattina per un mese quando sarebbe riaperta la scuola.
Ha esultato quando Conte in TV ha annunciato che le persone dovevano tornare a lavoro
"Mamma i bambini sono persone? La scuola è il mio lavoro." 
Poi ha smesso di chiederlo, sono iniziate le videochiamate anche per lei, le ha fatte con entusiasmo... anche se una volta finita diceva che lei le sue maestre voleva vederle DAVVERO.
Ha smesso di chiederlo, ha iniziato a non voler andare in bagno da sola, svegliarsi la notte,  voler essere imboccata a tavola.
Ma si! I bambini lo fanno, figurati se è per la scuola. 

I primi di giugno danno il via libera ai campi estivi 3/6 e decidiamo di segnarla.
Non ne abbiamo bisogno, riusciamo ad organizzarci a turni per lavoro.
Ma lei si, ne ha bisogno.

Ha iniziato il 15, sono solo 3 giorni che va al campo estivo... dove ha trovato 2 compagnetti della materna.
Eleonora la notte non si sveglia più. 
Ha ricominciato a mangiare e ad andare in bagno da sola. 
Mi ha detto "Sono di nuovo grande". 

Da quando siamo potuti uscire li ho sempre portati fuori e hanno sempre giocato con altri bambini ma a lei mancava questo, mancava un posto che fosse solo suo.

Questo è la scuola per un bambino: IL SUO POSTO.

Sonia


giovedì 18 giugno 2020

Camilla 6 anni, Leonardo 3 anni, Serena mamma ed insegnante

Dal gruppo facebook una testimonianza dei #cittadinidimenticati 
19 maggio 2020
Ciao a tutti, sono Serena e sono la mamma di due bambini: Camilla, 6 anni, a settembre andrà alla primaria e Leonardo, 3 anni, a settembre frequenterà il primo anno della scuola dell’infanzia...
Ciao sono Serena e sono un’insegnante della scuola dell’infanzia…
Da dove comincio? Leonardo devo dire ha preso bene questa situazione, è troppo piccino per capire del tutto, a lui basta giocare e per questo meno male c’è Camilla! Più il tempo passa e meno spesso mi chiede dei suoi amichetti “dell’asilo di Flavia” (come lo chiama lui). Sa che si sta a casa per via del Covid (diventato oggetto di giochi con Cami, infatti fanno spesso finta di misurasi la febbre, di mettere il gel alle mani e le mascherine).
Ieri la responsabile del nido (privato) ci ha fatto un lungo vocale di 10 minuti dove ci spiegava in soldoni che riaprire il 15 giugno sarà molto difficile!!! Prima di tutto dovrebbe aumentare la retta perché potendo prendere solo i bambini che hanno compiuto 3 anni e potendone prendere solo 5, praticamente il guadagno è nullo, ma per mettersi in regola con le disposizioni avrebbe da fare degli acquisti... Inoltre niente mensa quindi solo mezza giornata. Continua dicendo… Come farebbe a spiegare a 5 bambini di 3 anni che si va all’asilo con gli amici ma che con gli AMICI non si può giocare??? Come farei io a spiegare che quel posto che frequenta da quando ha 16 mesi, quel posto fatto di amici e animali, ora consisterebbe solo un posto dove ci sarebbe sempre un adulto che gli ricorderebbe che non si possono fare un sacco di cose??? Cose che fino a 3 mesi fa invece faceva quotidianamente???... Conclude il vocale dicendoci: prendete delle baby sitter perché io non voglio essere una sorvegliante ma un’educatrice e ora non me lo permettono!!! (E’ stata più gentile, ma in soldoni questo era il messaggio) Come darle torto???
Poi c’è la questione di settembre… io sono certa, me lo sento x la pelle, il prossimo anno a settembre i bambini che dovranno frequentare x il primo anno la scuola dell’infanzia non entreranno, o almeno non lo faranno subito!
Passiamo a Camilla. Cami è una bambina molto timida ed introversa… io dico sempre che “quando è ora di andare via lei fa amicizia!!” E che fine farà a settembre ??? Sperano di continuare con la DAD??? Vogliono che mia figlia, i nostri figli, stiano 5 ore al pc???? Ma non faceva male stare al pc??? Come potrei aiutare mia figlia a creare dei rapporti con i pari in questa situazione???
Io purtroppo ho davvero poca fiducia ora nella ministra Azzolina e come ho detto tante volte a Martina nei nostri interminabili vocali, chi si dovrebbe muovere non lo fa, i mesi passano e qua non si sono ancora trovate soluzioni… Ho portato come esempio le situazioni dei terremotati aquilani e marchigiani… ma ora siamo al 19 maggio e non si muove una paglia…
E poi tocca a me… Io faccio DAD, si, io faccio DAD. Se mandare video dove leggo una storia, dove faccio un saluto, dove dico che mi mancano tutti i miei nanetti e non vedo l’ora di vederli per riabbracciarli e sentire urlare il mio nome quando varco quella porta della sezione arancione… si, io allora faccio DAD! Ma faccio una DAD che vuole solo “mettere una pezza” in questi mesi, una DAD che prima doveva essere fino a Pasqua, poi fino al 18 maggio e ora bho… fino al 15 giugno? 30 giugno??? Ma lo sappiamo che questa non è veramente DAD, questa è solo un modo per stare vicino a loro che mi mancano da morire e alle loro famiglie.
(Da qui, inizialmente avevo scritto un pippone sulla mancanza di rapporto e contatto con i miei nanetti, come li chiamo io, e con le mie colleghe, ma poi ho deciso di cancellare tutto perché era diventata una lettera prolissa).
Ma il prossimo anno??? Di certo a settembre non farò DAD, e di certo non è possibile riaprire in queste condizioni. Una scuola inaugurata a settembre con un giardino che fa cacà ( scusate il francesismo), una stanza di 50 mq x 25 bambini, 2 portatori di handicap e pochissima compresenza… A chi dovremmo dire di no??? A chi di si?? Perché nonostante parlino di concorso io so che assunzioni in più non ne faranno! L’ho già scritto e detto più volte sul mio profilo; che loro facciano diventare le insegnanti da precarie a non precarie non vuol dire assumere x via del Covid, vuol dire assumere come hanno fatto negli anni passati ,ma il contingente questo anno dovrebbe essere il doppio… Tra quanto decideranno di assumere più persone??? No ragazze, non credo lo faranno ,loro vogliono la DAD… il resto è uno specchietto x le allodole!!!
Serena

Tamara, animatrice parascolaire a Ginevra

Dal gruppo facebook una testimonianza dei #cittadinidimenticati all'estero
27 maggio 2020
Lavoro in una scuola elementare e condivido con voi la mia esperienza a Ginevra.
Le scuole hanno riaperto l'11 maggio, prima metà classi la mattina e metà la sera con banchi distanziati. Ma attenzione, in realtà i bambini si sono comportati da subito come prima del virus, quindi azzerate le distanze ed azzerate anche con maestre ed animatrici (io sono animatrice parascolaire).
Quindi per capirsi niente distanze e niente mascherine (un po' di attenzione da parte di noi adulti).
Il 25 maggio la scuola ha ripreso con le classi normali (25 bambini circa), personalmente non ho mai avuto paura e non mi sento in pericolo.
Scuole medie (ho tutte e due i miei figli) classi dimezzate metà mattina e metà pomeriggio fino all' 8 giugno, poi riprenderanno normalmente ed anche qua i ragazzi hanno già completamente annullato le distanze.
Asili nido distanze annullate da subito.
In tutto questo ci laviamo spessissimo le mani e raccomandiamo di starnutire nel gomito (anche al bambino che ieri mi ha starnutito praticamente in faccia), di non scambiarsi caramelle ed a mensa di non prendere dal piatto degli altri.
Si cerca il più possibile di tenere i genitori a distanza al momento dell'arrivo e dell'uscita.
Aggiungo che qua siamo alla normalità anche nella vita quotidiana, anche nel periodo di confinamento potevamo uscire per fare sport o una passeggiata, le mascherine non sono mai state obbligatorie e quasi nessuno le porta. Per i super mercati è come in Italia ingressi controllati, ma poi dentro ognuno fa come gli pare.
Il cantone di Ginevra è stato uno dei più contagiati in svizzera ma con un basso livello di mortalità e soprattutto in persone con età avanzata e/o già affetti da altre patologie.
Pochissimi tamponi fatti.
Tamara